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La Scuola del Vento

replica di G. Peta


Egregio direttore,
vorrei pregarla di dare un adeguato spazio per rispondere alle considerazioni del “compagno” Gabriele Petrone.
Additare una persona come radical chic solo perché proveniente da famiglia agiata, pensavo riguardasse altri periodi storici, presessantotteschi.
Io credo che le persone vadano giudicate per le cose che dicono e fanno. Come FORA abbiamo cercato di relazionarci con persone,i rom che si trovavano in condizioni di grande degrado. Li abbiamo aiutati a prendere coscienza dei propri diritti. Sulla vicenda delle espulsioni, sul diritto ad avere condizioni di vita dignitosa, sono stati i rom i protagonisti delle mobilitazioni, non ristrette avanguardie o radical chic. Questa volontà e disponibilità espressa in diversi modi, senza pensare a nulla in cambio, si è trasformata in aperta ribellione di fronte al decreto di sgombero. Questi i motivi che hanno fatto scaturire la manifestazione
Nel Fora il dibattito è abbastanza animato e libero, non dobbiamo rendere conto ad alcun partito che gestisce “potere”. Non so se la stessa cosa può dire Gabriele Petrone che è legato strettamente al PD, attore incontrastato della gestione del potere a Cosenza e provincia.
Io sono tra quei radical chic, aderente al FORA, che ha promosso e voluto la manifestazione di lunedì scorso , prima il corteo e poi l’assemblea alla casa delle culture.
Come tale vorrei far presente alcune note autobiografiche che lo testimoniano.
Nel novembre 1969, in pieno autunno caldo, mi trovavo a lavorare, per necessità, a 19 anni, nella fabbrica “Marotta” dove si assemblavano pezzi per autoveicoli da trasporto, succursale della Fiat, a Bologna. Coinvolto nelle mobilitazioni, a fine novembre fui licenziato e dovetti arrangiarmi con diversi lavori precari, fino a quando ottenni il presalario e potei completare gli studi nei quattro anni previsti. Nel 2007, a 57 anni con 36 anni di servizio nella scuola, sono diventato pensionato e mi sto dedicando con maggiore passione e impegno nel sociale e nel politico. Appartengo all’organizzazione Sinistra Critica il cui rappresentante, Franco Turigliatto, è stato espulso dal PRC per aver votato al Senato contro la guerra e contro il Welfare voluto da Prodi. Come si può vedere, una vita molto agiata, che, però, mi ha permesso di fare le mie scelte liberamente senza dovermi assoggettare a chicchessia, carrozzoni, partiti ecc..
Gabriele Petrone si è scandalizzato del manifesto che lo ritraeva, in maniera ironica, con la divisa delle SS , il tutto indicato come il nuovo che avanza. Si trattava di una caricatura, attraverso la quale si voleva stigmatizzare l’indifferenza rispetto alla situazione dei rom che continuano a vivere nei campi, sulla riva del fiume Crati, da oltre tre anni, in condizioni miserevoli, senza che le istituzioni preposte abbiano mosso un dito. Era una sollecitazione a intervenire.
Questa volontà non è stata colta e si è voluto deviare il discorso su altre questioni che ci portano lontano dalla risoluzione dei problemi, che dovrebbe essere quella di permettere una sistemazione
immediata, più dignitosa, con un campo attrezzato, ai rom.
Partecipo attivamente alla scuola del vento insegnando matematica . Nel campo rom ci sono bambini che hanno bisogno di tutto, dal rapporto affettivo,sociale ad una serie di conoscenze che non hanno potuto avere per la precarietà delle loro condizioni di vita. La scuola, come istituzione, che nessuno nega, non è sufficiente. Occorre capacità di relazionarsi, di capire i problemi e intervenire individualmente. Con la baracca costruita sul posto, dai rom e da altri radical chic, si sta cercando di percorrere questa strada, con tanta passione.
Ritengo che dovremmo evitare di creare ulteriori tensioni,ad una situazione già di per sé drammatica e favorire un miglioramento delle condizioni di vita in cui si trovano i rom.
C’è bisogno di un confronto serrato su questo problema al più presto, perché si avvicina la scadenza del 1 marzo, in modo da concordare con i diretti interessati soluzioni accettabili. La Provincia , il Comune di Cosenza e possibilmente la Regione , ogni soggetto istituzionale deve fare la sua parte e recuperare il tempo perduto.
Cosenza 4/0210
Giovanni Peta - FORA