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Cronistoria recente dei rom a Cosenza

La Scuola del Vento

Cronistoria recente dei rom a Cosenza


a cura delle associazioni insieme con i rom
La Comunità Rom romena, formata da circa 380 persone e assiepata sul greto del fiume Crati, è presente a Cosenza da oltre sette anni, dove vive in le condizioni disperate, che ha peraltro più volte denunciato alle Autorità e alle Istituzioni locali competenti (soprattutto, Comune e Provincia), sperando naturalmente di riceverne adeguati ausili affinchè possano esserne migliorate le condizioni di vita.
Insieme a questa comunità, numerose associazioni sociali continuano ad impegnarsi ormai da molto tempo per individuare percorsi risolutivi non solo all’emergenza alloggiativa, ma soprattutto al processo globale di integrazione nella città bruzia. Le varie attività e iniziative di intermediazione avevano trovato, agli inizi del 2009, uno sbocco interessante allorquando, su iniziativa dell’Assessore del Comune di Cosenza Francesca Bozzo venne creato un ‘Osservatorio Comunale sull’Immigrazione’ (OCI). Le richieste avanzate nell’ambito di questo strumento negoziale erano le seguenti: portare acqua ed elettricità nel campo, rimuovere la spazzatura, installare bagni chimici. A ben vedere, richieste minime di sopravvivenza.
A fronte di queste richieste, la Comunità Rom romena si sarebbe autotassata per contribuire a sostenere gli oneri economici di tali interventi e, contemporaneamente, insieme alle associazioni dell’OCI avrebbe contribuito ad elaborare percorsi di lungo periodo di integrazione, tentando fra l’altro di accedere alle risorse economiche messe a disposizione dall’Unione Europea.
Tutte le proposte avanzate, dietro diversi pretesti sono state disattese o ignorate dalle istituzioni preposte, come il Comune e la Provincia di Cosenza. Non solo: in data 1 ottobre 2009 il Prefetto di Cosenza, su segnalazione della Questura, ha emesso oltre 90 provvedimenti di allontanamento contro persone appartenenti alla comunità Rom, facendo ricadere su di essa la colpa di essere presente in territorio cosentino e di cercarvi condizioni di vita dignitose. In data 11 novembre 2009, tuttavia, l’impianto accusatorio della Procura è stato annullato dalla Magistratura Ordinaria del Tribunale di Cosenza per vizio di legge, dato che “le circostanze addotte dallo stesso Prefetto (mancata dichiarazione della data di effettivo ingresso in Italia, mancata dimostrazione di mezzi leciti di sostentamento, assenza di una dimora effettiva) si traducevano in circostanze che, seppur indicativo di una precarietà delle condizioni di vita, non configurano una minaccia ai valori primari della convivenza negli esigenti termini delineati dall’art.20 del DL 30/2007 e dell’art. 27 della Direttiva CE 2004/58”
Nonostante ciò, poche settimane dopo l’annullamento del provvedimento di allontanamento, il GIP di Cosenza ha disposto il sequestro preventivo dell’area abitata dalla Comunità Rom romena, motivato principalmente dalla presunta commissione di reati, di occupazione abusiva si suolo pubblico e scarico sostanze tossiche. Il GIP rinviava l’esecuzione dello sgombero del Campo in data 1 marzo 2010, previa individuazione di soluzioni alternative di tipo alloggiativo che le Autorità locali (Comune e Provincia di Cosenza) avrebbero dovuto realizzare, scegliendo un sito dove poter costruire un’area attrezzata volta al soddisfacimento delle esigenze di accoglienza dei Rom. Cosa che le Istituzioni chiamate a responsabilità non hanno fatto e che, invece, han fatto le Associazioni le quali hanno depositato in un plico tutto il materiale documentario utile all’individuazione di ben 12 siti dell’area provinciale di Cosenza dove poter edificare un campo sosta attrezzato, ben lungi dall’essere considerato soluzione adeguata al problema ma pur tuttavia valida risposta temporanea all’emergenza alloggiativa. Le risposte dei comuni sono state di diverso tipo e fra queste segnaliamo quella dell’Amministrazione Comunale di Dipignano, un Comune della Provincia di Cosenza, che in sede di Consiglio Comunale si è determinata nel rifiutare pubblicamente qualsiasi forma di insediamento dei Rom sul territorio di sua competenza!
Costretto dall’Ordinanza del GIP e incalzato incessantemente dalle Associazioni in difesa dei Rom, il Comune di Cosenza ha provveduto, in data 15 marzo 2010, a censire la popolazione del Campo Rom, sebbene sia giusto ricordare che, anche in questo caso, il lavoro principale di organizzazione e coordinamento è stato svolto dalla stessa Comunità Rom e dalle Associazioni che, una volta terminato il censimento, hanno continuato a sviluppare diversi percorsi di integrazione con la città di Cosenza. Ad esempio, hanno organizzato - con l’ASP di Cosenza e le ASL di Rende (Cs) e Mendicino (Cs) - la turnazione per le vaccinazioni dei bambini Rom delle quali, invece, l’Ufficio Vaccinazioni di Cosenza si è deliberatamente e ingiustificatamente disinteressato; hanno provveduto all’iscrizione scolastica di ben 35 bambini presso diverse scuole di Cosenza e, per garantirne un adeguato accompagnamento all’apprendimento cognitivo e un’adeguata frequenza scolastica, hanno incontrato in apposite riunioni i docenti e i Dirigenti Scolastici di tali scuole, organizzando anche tre turni settimanali di doposcuola (presso il MOCI) e diverse attività di cineforum (presso la Scuola del Vento).
A fronte di questo impegno le Istituzioni, invece, continuano ad essere assenti e a sostenere, soprattutto con la loro passività, quel clima di terrore psicologico collettivo che, il continuo pattugliamento del Campo ad opera delle forze dell’ordine e ingerenze di vario tipo (quali, ad esempio, l’abbattimento senza preavviso di baracche nonché la schedatura e le fotografie anche di individui non soggetti ad alcun tipo di indagine) rende molto difficile e precaria la permanenza nel territorio comunale di Cosenza e, con essa, qualsiasi tentativo di integrazione conviviale nella città e nella provincia.