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PROM, quel vizietto antico del progettino

La Scuola del Vento

PROM, quel vizietto antico del progettino


21 febbraio - In questi giorni è stato presentato agli organi di informazione il progetto PROM, promosso dall’associazione AVAS, patrocinato dalle Amministrazioni provinciale e comunale di Cosenza, e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Articolato soprattutto nei campi dell’istruzione e della sanità, il progetto intenderebbe favorire l’inclusione sociale dei rom rumeni di Vaglio Lise.
Pur precisando che non rivendichiamo alcuna esclusività nell’impegno con i Rom, né che intendiamo venir meno all’interlocuzione con le istituzioni, ci sembra tuttavia necessario evidenziare diverse criticità per quanto riguarda il metodo e il contenuto del suddetto intervento.
Qualsivoglia progettazione sociale deve, infatti, fondare le basi su una conoscenza della comunità verso cui è rivolta e su un autentico radicamento relazionale con la stessa. Solo in presenza di questi presupposti, è possibile impostare un lavoro progettuale realmente efficace e sostenibile, che non si traduca in uno sperpero di risorse pubbliche, né in interventi assistenzialisti ed emergenziali, che spesso finiscono per produrre dipendenza e ulteriori pregiudizi.
Da alcuni dati forniti dal Progetto PROM, ci sembra, invece, che ai suoi redattori non solo manchi un’adeguata conoscenza del fenomeno sul quale si vorrebbe intervenire, ma anche il lavoro che da anni si sta portando avanti all’interno del campo di Vaglio Lise, con il pieno coinvolgimento della comunità, nell’ambito della difesa e del rafforzamento del diritto all’istruzione, all’alloggio, al gioco, al lavoro e alla salute. Fa riflettere, per esempio, l’indicazione di dati assolutamente sproporzionati come quello relativo alle effettive presenze all’interno del campo, che nel progetto PROM vengono stimate in 1000 unità, quando invece il censimento aggiornato a metà del 2011 parla di 320 persone.
È bene precisare che svolgiamo queste critiche non perché ci interessano i finanziamenti pubblici, tant’è che abbiamo sempre lavorato in modo del tutto gratuito. Né ci interessa il protagonismo mediatico o alimentare conflitti e strumentalizzazioni. Pretendiamo solo che la comunità Rom di Vaglio Lise non sia considerata come un ricettacolo di interessi e che, conseguentemente, tutto ciò che la riguardi passi attraverso un'analisi approfondita della sua reale condizione, la sua approvazione, e, soprattutto, la sua compartecipazione. Dalle Istituzioni, soprattutto, pretendiamo che svolgano il loro ruolo istituzionale con la massima serietà e diligenza, costruendo percorsi, e poi progetti, in grado di produrre reali e duraturi effetti di cambiamento. Ed è alle Istituzioni, in primo luogo, che rivolgiamo le nostre critiche perché non è possibile edulcorare o fingere vicinanza a situazioni che registrano da anni il più totale e desolante abbandono istituzionale.

Circolo Culturale Popilia, Associazione Confluenze, Mo.c.i. Ong, Scuola del Vento, Suore Ausiliatrici, Piccole Sorelle, Ambulatorio Medici Senza Confini “Grandinetti”, La Kasbah, Sentiero Non Violento