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Gli Scarselli tra libro e mito

Recensioni

Gli Scarselli tra libro e mito


La famiglia Scarselli. Un libro. Un mito -

A - rivista anarchica n° 380 maggio 2013:

Correte a leggere la storia degli Scarselli, scritta da Angelo Pagliaro. Vi accorgerete che è possibile fare del male al Male. E che c’è stato chi s’è ribellato ai fascismi, senza perdere la gioia.
La letteratura sui movimenti rivoluzionari ci ha abituato ad una certa forma di schizofrenia. Da una parte i racconti aridi di una storiografia farraginosa e specialistica, riservata ad “eletti” ed “iniziati”; dall’altra i salti onirici di un’affabulazione a tratti trionfalistica. In mezzo, massacrate dall’editoria commerciale, dal carrierismo accademico e da qualche produttore cinematografico a caccia di emozioni forti, rimangono le carogne delle passioni politiche e della verità storica. Che persino quando è perseguita con strumenti certosini, si rivela diafana, inconcludente, criptica.
Grande assente, nei giorni nostri, è la mitopoiesi, la produzione di mito. Qualcosa d’interessante è stato scritto e pubblicato a ridosso del ciclo di lotte sociali del 2001. Ma poi i movimenti antagonisti che si oppongono al Potere, hanno ripreso a parlare difficile. I santoni della conoscenza pickpocket, quelli che borseggiano i produttori di sapere per infilarselo in tasca e rivenderlo al miglior offerente, si parlano e si capiscono da soli. E anche quando narrano qualcosa d’interessante, finiscono per trasmettere depressione. Sembra si sia persa la voglia di raccontarsi e sentire raccontare. Del resto la rapidità con cui viaggia l’odierna comunicazione politica, genera un effetto illusorio. In apparenza, disponiamo di qualsiasi strumento comunicativo. In realtà viviamo rinchiusi dentro il recinto di una democrazia drogata. Così diviene inarrestabile la deriva verso forme improbabili di partecipazione politica. E non ci si può più aggrappare all’unico argine simbolico: il piacere di sapere che è ancora possibile non solo ribellarsi, ma anche giusto e divertente, visto che in tanti, prima di noi, lo hanno già fatto. Sì, soffrendo, spesso pagando con la vita e la libertà, ma sempre muniti di una tendenza ideale alla ricerca della felicità. Da trovare qui ed ora.
Lo spiega bene Domenico Liguori, della FAI: “La storia reale è quella che va al di là dei libri di testo scolastici, la storia di personaggi cosiddetti minori”. Nell’ultimo decennio, è andato in metastasi un male antico, quello della messa a profitto dell’intelligenza sovversiva. La ricerca storica sponsorizzata dal neoliberismo, anche quando mascherata da inchiesta genuina, ha continuato a divorare miti, storie e simboli.
Potrà forse apparire retorico, quasi obsoleto, eppure a segnare il confine tra la ricerca fine a se stessa e il sincero lavoro politico c’è, come si diceva tanto tempo fa, una questione “di classe”. Dipende quindi soprattutto da CHI scrive. Quando a farlo è un libertario sincero, un attivista della ricerca autonoma, che dedica tutta la propria esistenza alla ricostruzione di fatti diversamente destinati all’oblio, il risultato è quanto meno dignitoso. Nel caso de “La famiglia Scarselli”, edito da Coessenza, Angelo Pagliaro è andato al di là della semplice testimonianza, regalandoci un testo che potrebbe a pieno titolo far parte della biblioteca di ogni sovversivo, oltre che dei pochi sceneggiatori e romanzieri liberi rimasti in circolazione. Ha ragione Katia Massara, docente di Storia contemporanea presso l’università di Arcavacata, quando dice che quello di Pagliaro è un lavoro “generoso, appassionato, ricco di umanità e dignità”. È lo specchio di un’epoca, perché – aggiunge la Massara - è solo apparentemente storia locale. È una storia che è anche la storia della grande famiglia libertaria”. E lo è ancor di più perché la struttura del racconto è stata congegnata per lasciar entrare il lettore nel laboratorio dello scrittore. “Una struttura della narrazione molto interessante che procede dall’esterno, una sorta di gioco di scatole cinesi in cui l’aspetto politico acquista una forte tonalità emotiva. Non è un caso che il testo inizia e termina con dei brani intimi e familiari”, spiega Elena Giorgiana Mirabelli, precaria della conoscenza, nonché editor della casa editrice indipendente Coessenza.
Pagliaro riporta nel volume tutta la documentazione cui ha attinto per tessere la tela di una vicenda umana e politica sinora confinata nella dimensione del banditismo, grazie a questo lavoro finalmente restituita alla sua reale natura. Gli Scarselli hanno vissuto in mezzo alle dittature fascista, staliniana e brasiliana, e sono riusciti a dare filo da torcere a tutte e tre, contribuendo a lastricare l’impervia strada dei movimenti rivoluzionari del secolo scorso. Grazie anche a loro, rimangono aperti i nostri infiniti sogni di liberazione. È un libro antidepressivo. Provare per credere, per arrabbiarsi, per sorridere.
Claudio Dionesalvi