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Sulla scritta alla Feltrinelli

Appunti

Sulla scritta alla Feltrinelli


Da amici e amiche che utilizzano i social network, m’è giunta notizia che alcuni utenti di queste reti mi avrebbero attribuito delle responsabilità in merito a una scritta vergata con bomboletta spray rossa sulla vetrina della libreria Feltrinelli di Cosenza. Il gesto sarebbe stato ricondotto alla mia persona perché la scritta “questa non è una libreria”, è firmata con l’acronimo “B.D.D.”, titolo di un mio recente romanzo.
Sinora non ho voluto prendere posizione, perché mi è sembrato inopportuno. Detesto la pubblicità occulta, la propaganda scandalistica e quella indiretta. Purtroppo, in questa circostanza, qualsiasi riferimento al mio libro può risultare tale. Comunque non ne avrei bisogno. Il romanzo ha già ottenuto ottimi riscontri dai lettori e dalla critica, non solo in città. Mi vedo però costretto a intervenire prima che la vicenda possa ritorcersi contro la mia persona e i miei affetti. Già in passato, brandendo l’acronimo “B.D.D.”, il capo della digos di questa città mi ha spedito in un carcere speciale per una settimana. E in seguito ha pure tentato di farmi condannare a qualche anno di galera. La corte d’Assise di Cosenza, con sentenza di assoluzione emessa nell’aprile 2008, poi confermata nei successivi due gradi di giudizio, ha chiarito, tra le altre questioni, anche il significato della sigla “B.D.D.”. Soprattutto, ne ha contestualizzato l’uso.
Mi preme precisare che se il libro non è in vendita presso tale esercizio commerciale, è solo per questioni tecnico-amministrative indipendenti sia dalla volontà dei titolari sia dalla disponibilità della casa editrice che lo ha pubblicato.
In merito al gesto di boicottaggio della libreria Feltrinelli di Cosenza, chi mi conosce sa che ho maturato un altro stile di comunicazione. E che quando penso una cosa, la scrivo apponendo la mia firma o la urlo al megafono, ma non vado in giro a scrivere sulle vetrine.
Non sono nemmeno lontanamente ispiratore di quel gesto.
Quindi non intendo chiedere scusa né prendere le distanze da niente.
Mi limito a far presente che i rapporti cordiali e corretti esistenti da anni con uno dei titolari della libreria, dovrebbero bastare a tener lontano da me qualsiasi sospetto, a prescindere dalle mie opinioni sulla qualità di questo esercizio commerciale. È ovvio che, se lo ritiene opportuno, ciascun cliente può orientare liberamente i propri gusti in materia di consumi letterari, riservandosi di scegliere quale aggettivo adoperare in relazione ai diversi negozi della città, purché lo dica a voce alta, mettendoci la faccia e le proprie generalità.
Cosenza, 3 gennaio 2013

Claudio Dionesalvi