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“Di Rosso e di Blu”, i 30 anni di Amantea vissuti in prima linea. Antonio Clausi, Cosenza Channel

Recensioni

“Di Rosso e di Blu”, i 30 anni di Amantea vissuti in prima linea. Antonio Clausi, Cosenza Channel


Nel libro scritto da Fabio Besaldo si ripercorrono le tappe che dal 1986 hanno portato una viva realtà aggregativa a diventare colonna portante degli Ultrà Cosenza.

Provateci voi a dividere in due sere la lettura del libro “Di Rosso e di Blu” (edito da Coessenza). Impossibile. Quando l’autore Fabio Besaldo, professore di Lettere nella vita e professore dell’intera tifoseria dei Lupi la domenica, snocciola aneddoti e tira fuori dal cassetto vecchi ricordi ingialliti è come quando si iniziano a mangiare i pop-corn: dopo il primo viene sempre il secondo e così via. Fidatevi, dalla prima all’ultima pagina sarà un viaggio nel tempo.

Il 1985 di Ritorno al futuro e la Delorean di Martyn McFly però non c’entrano nulla. Stavolta si parte dal 1986, da Amantea, per raccontare “30 anni di storia vissuta”. Si parla di tifo, di ultras, di striscioni e di confronti con gruppi avversari. Il Cosenza calcio è contemporaneamente sullo sfondo e nel bel mezzo del discorso. Il rosso del vino e delle bandiere è sfumato col blu della notte e dei sogni che l’hanno accompagnata in ogni viaggio di ritorno da posti lontani.

Amantea dista 60 chilometri da Cosenza, ma negli anni ’80 sembravano 1000. La costanza, la passione, l’impegno nel sociale e la testardaggine nel tracciare un solco tra passato e futuro, hanno ridotto ad un giro di lancette il tragitto tra il più fiero dei centri tirrenici e la città al di là della montagna. Il nucleo di ultrà che segue il Cosenza partendo proprio da Amantea è oggi uno dei più stimati e apprezzati dell’intero panorama italiano.

amantea-ultras-cosenzaNel libro “Di Rosso e di Blu” ci sono così tanti aneddoti che viene voglia di mettersi al volo la sciarpa al collo, di prendere il primo vagone per la stazione di Bologna e vedere che succede. Magari salta fuori un 13 al Totocalcio mentre la Polfer ti bracca o si torna a casa di martedì a margine di un’odissea iniziata sabato. Fabio Besaldo ricostruisce passo dopo passo gli ultimi sei lustri del tifo in salsa bruzia, fa nomi, fornisce date, parla del rapporto fraterno con Bergamo, della working class di provincia e dà l’idea del perché quando si entra al Marulla si respira un’apertura di idee e di pensiero fuori dal comune.

Lo striscione “Amantea” ha vissuto fasi diverse, è stato in mano a protagonisti menzionati uno per uno con la stessa importanza che si deve a chi ha scritto una storia. La storia di chi ha saputo conquistare il rispetto e l’ammirazione di quanti non possono che immaginare come sarebbe stato il lunedì entrare in classe e ritrovarsi davanti un insegnante appena sceso da un convoglio ferroviario con la felpa degli ultrà addosso. Dite la verità, anche per prenderlo in giro, non gli avreste chiesto tra il serio e il faceto: «Professò, ma che ha fatto il Cosenza?».
Antonio Clausi
www.cosenzachannel.it