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La Scuola del Vento

I Rom a Cosenza scuotono le coscienze e le ipocrisie


Di Francesco Cirillo
E’ dura oggi pensare che si possa vivere in una baracca di cartone a pochi metri dal fiume, con il freddo, l’umidità, le piogge, i topi che ti circolano fra i piedi. E’ dura pensare che ci siano bambini, vecchi, donne giovani e meno giovani, che possano viverci. E’ dura passare vicino a questo habitat disumano facendo finta di non vedere. E due sono i modi per come questo problema si può affrontare. O buttarvisi dentro a piene mani, sporcandosele, cercando di normalizzare il tutto e renderlo più civile possibile, come fanno giovani del volontariato, dei centri sociali e delle organizzazioni , oppure come fanno le istituzioni ed i partiti che se ne stanno ben lontani, per paura non tanto dei topi, ma della contaminazione culturale, che questo popolo, dei rom può darti. E’ questa l’unica contaminazione di cui i ben pensanti hanno paura. Farsi vedere con i rom , gli zingari, potrebbe far scadere la propria onorabilità, la credibilità elettorale soprattutto. I partiti si barcamenano. Da una parte vorrebbero sembrare progressisti e civili, dall’altra vorrebbero prendersi i voti dei fascisti, dei leghisti, dei reazionari e xenofobi che vedono nel diverso, nell’altro, qualcuno da combattere, siano essi omosessuali, lesbiche, di colore, e peggio ancora rom o sinti o zingari. Bene hanno fatto le associazioni a raggiungere in corteo insieme ai rom la casa delle Culture dove si sarebbe dovuto tenere un convegno sulla memoria lo scorso 27 gennaio, organizzato dal comune e dell’opera nomadi. Alla testa del corteo un enorme foto raffigurante una corteo nazista, con le facce degli attuali dirigenti del comune di Cosenza. Apriti cielo ! Querele a non finire, minacce verso i militanti delle associazioni, attacchi sui giornali a rivendicare la proprie purezza di coscienza, ma i rom devono andarsene per tutti loro e male fanno le associazioni a difenderli e volerli tenere in quello che l’Opera Nomadi chiama il ghetto. Ma il cammino messo in moto dalle associazioni consentine è iniziato con una vittoria giudiziaria. Nel novembre scorso la Questura di Cosenza aveva già disposto 96 fogli di via per altrettanti rom abitanti nel villaggio sulla riva sinistra del fiume Crati. In quell’occasione nessuno si oppose. Né i perbenisti del Comune, né quelli della provincia, né i vari partiti già alla ricerca di voti per le regionali. Gli unici a mettersi in mezzo, le associazioni quali la Casbah, il Fora, i Beni Comuni, il Csoa Rialzo, difesi dall’avv. Adriano D’Amico. Il tribunale di Cosenza accoglie i ricorsi contro i fogli di via. Il verdetto parla chiaro, i rom di Cosenza, come quelli presenti in tutta Italia e l’Europa , sono cittadini europei comunitari e non si possono espellere dal territorio italiano. Anche a seguito della sentenza, tutti tacciono. Sperano in una nuova ordinanza della Prefettura che entro il 1 marzo dovrebbe sgomberare tutto il campo con le ruspe. Semai le stesse ruspe che stanno già smantellando il verde cittadino, per costruire quegli improbabili grattacieli e quei nuovi centri commerciali e condominiali, delizia dell’investimento mafioso, piacere dei costruttori e “muratori massoni” che riciclano il proprio denaro sporco attraverso l’usura .
Ma le attività all’interno del campo rom intanto sono quotidiane. Si è costruita una “Scuola del vento” dove il pomeriggio dopo le ore scolastiche statali, in verità poco frequentate dai bambini del campo, si fanno vari corsi e si vedono anche bei film nuovi di zecca. L’ultima visione è stata quella di Avatar, applauditissima dai bambini rom che si saranno sicuramente riconosciuti nel popolo azzurro Na’vi. Il campo ron viene anche visitato dai licei delle scuole consentine. Un avvicinamento alla cultura rom ed anche una visione in diretta delle condizioni nelle quali vivono i bambini. Lunedì 1° febbraio è stata la volta degli alunni del liceo Europeo. Martedì 3 febbraio , i rom vengono ricevuti dal vescovo Nunnari. I cattolici sono vicini a queste situazioni ma nel concreto non si schierano direttamente con le associazioni contro i tentativi di sgombero.
Mercoledì 4 , i rom vengono ricevuti dal sindaco Perugini, il giorno dopo la Provincia fa sapere di essere disponibile a partecipare ad un tavolo istituzionale per affrontare la situazione. Anche l’Unical scende in campo e Venerdì 6 nel campo rom viene svolta una conferenza dei docenti universitari Piero Fantozzi e Fulvio Vassallo Paleologo, insieme all'avvocato Adriano D'amico. Le associazioni intanto continuano la contro informazione nella città. In un volantino distribuito nel corso Mazzini scrivono cosa I COSENTINI DEVONO ASSOLUTAMENTE SAPERE:
Un elenco dettagliato della situazione.
- i rom presenti sul fiume non hanno alcun rapporto con le famiglie rom immigrate in città durante tutto il '900. Se alcuni dei nomadi arrivati in Calabria nei decenni scorsi, sono entrati nel mondo della criminalità, le responsabilità vanno ricercate in alto. E soprattutto nella mancanza di interventi sociali mirati. - le associazioni cosentine attive oggi nel villaggio rom non hanno
condiviso le modalità con cui è stato realizzato il villaggio rom alle spalle dello stadio San Vito, alla fine degli anni novanta. All'epoca attaccarono l'amministrazione comunale, chiedendole di rendere partecipe il Comitato Lave Romanò. Il Comune invece fece di testa sua, coprendosi
dietro le sigle e i personaggi che da sempre lucrano sui rom. Sono gli stessi personaggi che adesso attaccano l'esperienza della Scuola del Vento. - le associazioni cosentine attive nel villaggio rom non hanno preso un centesimo dalle istituzioni. - le associazioni cosentine attive nel villaggio rom sono le stesse che due anni fa hanno occupato le case nel centro storico insieme alle famiglie di cosentini senza-casa, e sono le stesse che da anni lottano contro la precarietà, per gli spazi sociali, per la difesa dell'ambiente, contro il razzismo, e per i beni comuni. - oltre a cercare di garantire il rispetto dei diritti (come la salute) di cui i rom godono anzitutto in quanto persone, e poi perché europei comunitari, le associazioni hanno fortemente insistito sulle famiglie rom affinché consentissero la frequenza dei loro figli nelle scuole
cosentine. In taluni casi, ci sono riuscite. Tuttavia, molti sono i bambini che evadono l'obbligo scolastico. - le attività della Scuola del Vento si svolgono dopo le 17, in forma libera e creativa, come un doposcuola, lontano dall'orario scolastico normale. - l'intervento delle associazioni cosentine nel campo non può contribuire ad alimentare la dimensione di "ghetto". Perché il ghetto c'era già! Le istituzioni non hanno fatto niente per evitarlo. Le associazioni invece hanno messo in piedi un modello di accoglienza dal basso, tipico di una città dalle tradizioni civili, autonome e democratiche come Cosenza. Comune, Provincia e Regione, invece, cosa hanno fatto ? - la presenza di automobili, telefonini ed antenne satellitari nel villaggio rom non deve ingannare e alimentare pregiudizi. Le condizioni in cui vivono questi nomadi sono quelle che storicamente caratterizzano le comunità gitane e che hanno caratterizzato inizialmente la maggior parte degli insediamenti di migranti italiani all'estero. - I rom non chiedono case. Chiedono solo di non essere buttati fuori dalle loro baracche, con le ruspe, gli elicotteri e le camionette dei carabinieri alle 5 del mattino, come è già accaduto due volte in questa
città negli ultimi tre anni. Una soluzione prospettata da molti di loro potrebbe essere un'area attrezzata sulla quale autocostruirsi unità abitative provvisorie con materiali dai costi bassissimi. Altri sarebbero disposti a prendere appartamenti in affitto, ma sono consapevoli che non riuscirebbero a mantenerne i costi. - i fenomeni di degrado ed accattonaggio sono presenti nel villaggio sul fiume. Ma riguardano una percentuale minima degli abitanti del villaggio
che si aggirano intorno alle 400 unità. - i partiti politici, gli uomini che amministrano Cosenza e la Calabria, i candidati delle prossime regionali - il PD in testa - hanno tutto l'interesse a soffiare sul vento xenofobo, perché l'ondata razzista che sta attraversando il Paese spinge i pochi voti di opinione rimasti in giro, nelle tasche di chi prospetta soluzioni dure e maniere forti
contro i migranti “.
Cose chiare quindi che metteranno i cosentini di fronte alla propria coscienza, specie se davvero entro il 1 marzo tutto il campo rom dovrà essere smantellato.